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DOCUMENTARE LE SPESE STRAORDINARIE DEI FIGLI: GUIDA PRATICA PER EVITARE CONTESTAZIONI

  • Immagine del redattore: DOTT.SSA DE ZORDO VERONICA
    DOTT.SSA DE ZORDO VERONICA
  • 4 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

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Nel regime di separazione e affidamento, le spese straordinarie rappresentano una delle principali aree di conflitto tra genitori.

Non rientrano nell’assegno di mantenimento e richiedono, per essere rimborsate, una gestione accurata e conforme al protocollo vigente.

Il Protocollo Famiglia del Tribunale di Treviso stabilisce criteri chiari: il genitore che sostiene una spesa extra deve rispettare obblighi informativi e tempistiche precise. In mancanza, anche una spesa legittima può non essere riconosciuta dall’altro genitore – o, peggio, dal giudice.

Il primo passo è la comunicazione scritta preventiva.

Prima di affrontare la spesa, è necessario informare l’altro genitore in modo chiaro, indicando:

  • la natura della spesa (es. visita specialistica, iscrizione ad attività sportiva, acquisto testi scolastici);

  • la motivazione (es. esigenza sanitaria, supporto allo studio, integrazione educativa);

  • l’importo previsto o stimato;

  • la richiesta esplicita di condivisione.

Questa comunicazione, anche se semplice, deve essere tracciabile: una lettera consegnata a mano con ricevuta, o inviata via email ordinaria, purché archiviabile. Il genitore ricevente ha un termine per esprimere un eventuale dissenso (normalmente 10 giorni). In assenza di risposta, si applica la regola del silenzio-assenso.

Una volta sostenuta la spesa, il genitore deve inviare all’altro la documentazione giustificativa. Si tratta di:

  • ricevuta, fattura o scontrino intestato, con data e importo leggibili;

  • indicazione della quota spettante (solitamente 50%);

  • richiesta di rimborso, con indicazione di un termine congruo per il versamento (15 giorni, se non diversamente pattuito o previsto dal provvedimento).

Esempio pratico:Una madre iscrive il figlio a un corso di lingua inglese per 6 mesi (€600). Prima dell’iscrizione, invia comunicazione scritta al padre, indicando utilità, costo e proposta di ripartizione. Il padre non risponde. La madre procede, paga e invia la ricevuta entro 30 giorni. In base al protocollo, ha diritto a ottenere €300, e in caso di mancato rimborso potrà agire giudizialmente per decreto ingiuntivo.

Errore ricorrente: inviare la documentazione dopo mesi, o non inviare nulla. Questo può comportare il rigetto della richiesta, anche se la spesa era oggettivamente necessaria.

Consiglio professionale: adottare una prassi standardizzata. Mantenere un archivio ordinato delle comunicazioni, numerare le richieste, e inviare sempre riscontri in forma scritta. La chiarezza tutela non solo chi anticipa la spesa, ma soprattutto il benessere del minore.



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