PwC (acronimo di PricewaterhouseCoopers) è una società internazionale, presente non solo nel nostro paese ma anche nel resto del mondo, con una rete di circa 284.000 professionisti che si occupano di revisione e di consulenza di tipo strategico, fiscale e contabile e legale.
È una delle “big sisters” insieme a Deloitte, EY (Ernst and Young) e KPMG.
È stata fondata nel 1988 e ha chiuso il suo fatturato 2020 a 43 miliardi di dollari, è una società quotata in borsa e, visti i dati, risulta di facile intuizione la sua capienza patrimoniale.
Uno tra i suoi maggiori clienti per la revisione dei bilanci annuali, era proprio Veneto Banca. E come mai, se i bilanci erano risultati corretti c’è stato il crac?
Ma partiamo da un presupposto: il finanziere Jim Chanos la chiama “la regola del tre”: “Se si revisionano per tre volte i bilanci di una società e non si riesce ancora a cogliere come fanno i soldi, ovviamente c’è un motivo dietro”. Eppure anche a chi, come PwC, che come lavoro revisiona i bilanci diverse volte durante l’anno può succedere che non veda da dove arrivano i soldi. È lecito però, che negli scandali finanziari sul banco degli imputati ci siano anche queste società di revisione, che sono designate appositamente per legge al controllo.
Deloitte è stata multata per 280.000,00 euro per non aver notate le falle nei bilanci di Carige.
Kpmg ha dovuto sborsare un milione per non aver visto i derivati Santorini e Alexandria di Mps, i buchi dei conti della Popolare di Vicenza e le copie fantasma del Sole 24 Ore.
PwC ha già pagato 1,36 milioni per non aver intercettato i disastri di Banca Etruria, Banca Marche, Veneto Banca e Microspore.
Le società di revisione hanno perso tutti i ricorsi in appello contro le multe. A fronte di danni rilevanti, però, questi per ora erano irrilevanti se si pensa che EY nell’ultimo esercizio noto ha incassato 314,8 milioni, Kpmg 242,8 milioni, PwC 224 e Deloitte 167,8.
Ora, dopo due anni di indagini, il Tribunale di Roma ha finalmente dichiarato l’inizio del processo penale contro PwC. Ma cosa è successo?
“Quando la condizione della Banca era già di sostanziale dissesto - si legge negli atti - PwC, in data 24 maggio 2016, ha espresso un giudizio senza rilievi sul bilancio consolidato intermedio del Gruppo Veneto Banca per il trimestre chiuso al 31 marzo 2016 e approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 3 maggio 2016”.
In capo ai revisori pende la responsabilità di aver “operato in violazione degli obblighi di diligenza sulla medesima gravanti, giungendo alla formulazione di giudizi di revisione che, alla luce di quanto è emerso all'esito delle ispezioni delle varie "authority", si sono rivelati palesemente errati”.
Il 15 aprile 2021 a Roma la socia responsabile di PwC dovrà rispondere delle accuse della Procura, ossia “quelle di aver consapevolmente attestato il falso sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale della Veneto Banca ed altri fatti legati al default di Veneto Banca, come l’ostacolo alla autorità di vigilanza”.
Data la specificità delle azioni risarcitorie, la difficoltà nell’organizzazione, la gestione delle diverse fasi, stiamo organizzando una class action per giustificare l’impegno per avviare e condurre questo processo. Se vuoi partecipare o vuoi ricevere maggiori informazioni inviaci una mail o chiamaci.
Studio Legale MB
Dott.ssa Roberta Girardi
Vittorio Veneto, 30 marzo 2021
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