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NUOVE SPERANZE PER I CREDITORI DELLE BANCHE IN L.C.A. DALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

In data 11 gennaio 2018, è stata depositata presso la Corte Europea dei Diritti Dell’Uomo (CEDU) la Sentenza legata al ricorso n. 38259/2009, non ancora tradotta in lingua italiana, che condanna l’Italia per una procedura di liquidazione coatta amministrativa durata troppo tempo.

Nel caso di specie “Cipolletta vs Italia”, la procedura di L.C.A era cominciata alla fine degli anni ’80 e risultava ancora in corso negli anni 2000. A questo punto, i legali del creditore hanno deciso di rivolgersi direttamente alla CEDU, anche per stabilire una volta per tutte se, anche tale tipo di procedura, potesse rientrare tra quelle soggette a “ragionevole durata del processo”.


La Corte Europea ha in tal senso ribadito che, anche per la procedura in oggetto, considerata la natura civile e non amministrativa della contestazione, vale il principio sopra menzionato. La conseguenza immediata di tale pronuncia riguarda il caso concreto: al creditore ricorrente è stato riconosciuto un indennizzo per danno morale pari ad Euro 24.000,00, la somma di Euro 2.500,00 per le spese della procedura, oltre ad interessi moratori e legali.


La conseguenza a lungo termine, invece, è ancora più significativa. Infatti, la giurisprudenza italiana era da sempre contraria al riconoscimento di un indennizzo per le procedure di questa natura. Ad oggi, quindi, si apre un nuovo capitolo a tutela anche dei risparmiatori traditi nelle recenti vicende delle Banche Venete in L.C.A.

Studio Legale Maria Bruschi

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