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IL CASO DELLE TARIFFE INCENTIVANTI PER LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE: RIMESSIONE ALLA CORTE UE

La questione riguardante la riduzione o l’azzeramento delle tariffe incentivanti è al centro dell’attenzione del legislatore nazionale. Per tale ragione, risulta essenziale la pronuncia del 2 marzo scorso, n. 1306/2018 attraverso la quale il Consiglio di Stato ha affrontato il tema.


Nello specifico, la questione era stata sollevata da una società operante nel settore delle costruzioni che aveva impugnato, avanti il TAR Lazio, il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico avente ad oggetto le modalità di incentivazione per il fotovoltaico, poiché voleva realizzare un impianto incentivabile in base al “quarto conto energia”. Tale impianto non era stato ammesso alla fruizione della tariffa ora citata, ma veniva accettato sulla base di una nuova categoria di incentivi del GSE, di valore inferiore.


Il Tribunale amministrativo si pronunciava in sfavore della ricorrente che, a questo punto, impugnava la Sentenza avanti il Consiglio di Stato. I Giudici, dopo aver esaminato la questione nel merito, pur rigettando i motivi di appello, hanno rimesso la questione alla Corte di Giustizia UE. Infatti, il collegio ha sottolineato di avere il dovere di ottemperare al rinvio pregiudiziale alla Corte Europea, in primis, poiché l’eventuale inosservanza determinerebbe una diretta responsabilità dello Stato membro; in secundis, poiché la Corte non si era mai effettivamente pronunciata sulla possibilità per uno stato membro di intervenire con decreti attuativi per ridurre o azzerare le tariffe incentivanti.


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