Con l’entrata in vigore del Regolamento Ue 2016/679 si è aggiornata la tutela della privacy delle persone fisiche; per il principio dell’accountability è richiesto un atteggiamento di maggiore responsabilizzazione da parte di coloro che trattano dati personali. Il titolare del trattamento, infatti, dovrà accuratamente analizzare le modalità con le quali trattare i dati personali, e particolari, dell’interessato e i rischi che lo stesso può correre con la diffusione dei suoi dati.
La tutela in questione, tuttavia, non può essere garantita su tutti i fronti; ci sono circostanze nelle quali emergono aspetti di maggior rilievo e le esigenze di protezione dei dati personali passano in secondo piano. Tale eccezione può verificarsi quando entrano in gioco, ad esempio, l’interesse alla sicurezza pubblica e/o l’attività di prevenzione dei reati.
Così, quando il titolare del trattamento è obbligato altresì ad adempiere alla normativa antiriciclaggio, in ottemperanza a quest’ultima, ha l’obbligo di conservazione dei documenti per un periodo di 10 anni dalla cessazione del rapporto, dalla prestazione professionale o dall’esecuzione della prestazione occasionale. Nel caso in questione, pertanto, non è possibile, per il Titolare del trattamento dei dati, garantire all’interessato l’esercizio dei suoi diritti di revoca del consenso e/o di cancellazione dei dati, come invece espressamente previsto dagli articoli 7 e 17 del GDPR. Le autorità fiscali, difatti, devono avere libero accesso ai dati raccolti, da parte dei soggetti obbligati, per tutto il tempo previsto dalla norma limitando, inevitabilmente, i diritti degli interessati.
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Studio Legale Bruschi
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