È dello scorso 14 dicembre la sentenza della Cassazione, la n. 47314, dove viene sancito il divieto di pubblicazione su Facebook e sui social network in generale, di documenti contenenti informazioni finanziarie, in particolare debiti.
Nel caso in esame, una donna aveva pubblicato una lettera di messa in mora a lei indirizzata, accompagnata da diverse ingiurie contro il mittente e ad oggi rischia una condanna per diffamazione.
Si è espresso a tal proposito Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che ha ritenuto fondato il motivo e ha ricordato che “nei reati contro l’onore, ai fini dell’integrazione dell’esimente della provocazione, l’immediatezza della reazione deve essere intesa in senso relativo, avuto riguardo alla situazione concreta e alle stesse modalità di reazione, in modo da non esigere una contemporaneità tra azione e reazione che finirebbe per limitare la sfera di applicazione dell’esimente in questione e di frustarne la ratio, occorre comunque che tra l’insorgere della reazione e il fatto che l’ha determinata sussista una reale contiguità temporale, così da escludere che il fatto ingiusto altrui diventi pretesto di aggressione alla sfera morale dell’offeso, da consumare nei tempi e con le modalità ritenute più favorevoli.”
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