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DIAMANTI DA INVESTIMENTO

Investire i propri risparmi, oggi, non è una scelta semplice. È bene, prima di farlo, individuare una strategia di investimento tale per cui il capitale non risulti esposto ad eccessivi rischi.

Ogni decisione di investimento infatti, seppure con andamento crescente, presenta alti profili di “incertezza” e volatilità ed è quindi opportuno informarsi sul dove, come e quanto investire.

Basti pensare che le azioni attualmente più interessanti per un investimento a lungo termine sono Juventus Spa JUVE, FCA, Facebook, Amazon etc. solo per citarne alcune (fonte: Finanza ed Economia Italia); mentre, solo pochi anni fa, nel 2012, uno dei mercati considerati tra i più prosperi in Italia, era quello dei diamanti. (fonte: Norme e Tributi de Il Sole 24 Ore)

Ma cosa è successo a questo mercato che sembrava tanto rigoglioso?

L’IDB (Intermarket Diamond Business) - oggi fallita - era una delle società più conosciute nella vendita di diamanti. Grazie ad accordi con banche quali Mps e Intesa San Paolo proponeva ai risparmiatori un servizio composto, in parte, da “intermediazione nell’acquisto di diamanti” e, in altra parte, dal loro “ricollocamento” nel caso il cliente non volesse più investire.

Tuttavia l’attività veniva fatta su base ingannevole e falsa, in quanto:

  • Il prezzo dei diamanti “nuovi” veniva gonfiato, il loro valore era in realtà pari al 30-50% di quello pagato dal cliente,

  • La garanzia di un rendimento costante annuo del 3-4% del capitale “promossa – sia sul sito, sia nelle presentazioni alle banche - facendo leva sul trend positivo delle quotazioni dei diamanti, che veniva argomentata attraverso un grafico che raffrontava l'andamento in costante crescita dal 1992 delle quotazioni dei diamanti con l'andamento dell'inflazione (che risultava sempre inferiore) e con l'andamento assai più vario dell'EuroStoxx.” (Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato)

  • La possibilità di rivendita dei diamanti,

  • La reputazione della società come “leader del mercato”.

Inoltre, le banche che dovevano limitarsi a pubblicizzare questo tipo di investimento, hanno in realtà rivestito un ruolo attivo nella vicenda: proponevano la capitalizzazione, si occupavano della compilazione e dell’invio dei relativi moduli, presenziavano agli incontri tra risparmiatori e le società preposte e consegnavano anche il materiale.

La società, per succitati motivi, finì nel mirino del procuratore di Milano per truffa e autoriciclaggio.

Dopo quattro anni di indagini, comprese le inchieste penali, avvenute tra il 2012 e il 2016, nel 2017 l’AGCM, con la decisione del 30 ottobre, ha riconosciuto la violazione degli artt. 20 (“Divieto delle pratiche commerciali scorrette”) e 21 (“Azioni ingannevoli”), comma 1, lett. b), c), d) e f), nonché 23 (“Pratiche commerciali considerate in ogni caso ingannevoli”), comma 1, lettera t) del Codice del Consumo e la responsabilità concorrente delle banche nel presentare e far investire nel mercato dei diamanti i risparmiatori mediante rappresentazione ingannevole del servizio.

In particolare: Banco BPM 3,5 milioni, Mps 2 milioni, Unicredit 4 milioni e Intesa San Paolo per 3 milioni.

Successivamente, il 15 gennaio 2019, il Tribunale di Milano dichiara il fallimento di IDB, il quale scatena una serie di reazioni e discussioni soprattutto per la responsabilità delle banche nella vicenda.

È di pochi giorni fa, precisamente dell’11 marzo 2021, la notizia che il Consiglio di Stato ha ridefinito le decisioni prese nel 2017. A seguito del ricorso presentato da Unicredit e Banco BPM sulle sanzioni irrogate dell’Antitrust, il CdS con le sentenze n. 2081 e 2085, conferma la responsabilità delle banche ma con sanzione ridotta del 30%. Specificatamente si è così espresso “la vendita dei diamanti è stata ideata e implementata dalle società le quali hanno altresì predisposto la relativa documentazione e che si ponevano quali controparti dirette nella compravendita dei preziosi. Il contributo illecito, ma comunque secondario non pare giustificare l’applicazione di una sanzione prossima al massimo edittale e quasi doppia a quella inflitta alla società di vendita


Come sapete, il nostro studio è sempre stato presente e impegnato in queste indagini. Per ricevere maggiori informazioni e rimanere sempre aggiornati su queste e molte altre novità iscrivetevi alla nostra newsletter e seguire le nostre pagine social e il nostro canale YouTube.


Studio Legale MB

Dott.ssa Roberta Girardi


Vittorio Veneto, 06 aprile 2021





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