Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute, Roberto Speranza, ha approvato nella giornata del 24 marzo 2020 un decreto-legge che introduce misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Il contenuto essenziale dell’indicato decreto consiste nello stabilire che, al fine di contenere e contrastare i rischi sanitari e il diffondersi del contagio, possono essere adottate una o più misure previste dallo stesso – su specifiche parti del territorio o sulla totalità di esso – per periodi predeterminati e non superiori a trenta giorni, reiterabili e modificabili più volte sino al termine dello stato di emergenza - stabilito al 31 luglio 2020 (come da delibera assunta dal Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020.
A fronte delle direttive introdotte, il Decreto prevede, inoltre, delle nuove sanzioni in caso di mancato rispetto delle restrizioni.
Invero, il testo prevede che, salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento sia punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 400 a 3.000€ e non si applicano le sanzioni contravvenzionali previste dall’art. 650 C.P. o da ogni altra disposizione di legge attributiva di poteri per ragioni di sanità.
È prevista, inoltre, la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni se si violano gli obblighi previsti specificatamente per le attività commerciali. In caso di reiterata violazione della medesima disposizione la sanzione amministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima.
La violazione intenzionale del divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora per le persone sottoposte a quarantena perché risultate positive al virus è punita con la pena di cui all’art. 452, I comma, n. 2, C.P. ovvero con la reclusione da 1 a 5 anni.
Si rileva, poi, che il decreto legge introduce la depenalizzazione delle accuse penale dei 100.000 denunciati dalle Forze dell’Ordine negli scorsi giorni poiché fermati in strada in violazione delle regole: tali accuse poggiavano sull’art. 650 C.P. che prevede la reclusione fino a 3 mesi o l’ammenda fino ad € 206,00 per essere giudicati colpevoli di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
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