GIORNALISMO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IL CASO PERPLEXITY ACCENDE LO SCONTRO SUL COPYRIGHTIl dibattito sul rapporto tra intelligenza artificiale e tutela del diritto d’autore si fa sempre più acceso
- DOTT.SSA DE ZORDO VERONICA

- 6 ott
- Tempo di lettura: 2 min

Il dibattito sul rapporto tra intelligenza artificiale e tutela del diritto d’autore si fa sempre più acceso.
In Giappone, due tra i principali gruppi editoriali – Nikkei (proprietario del Financial Times) e Asahi Shimbun – hanno citato in giudizio Perplexity AI, accusandola di aver utilizzato articoli protetti da copyright senza autorizzazione.
Secondo l’atto di citazione, il sistema AI avrebbe aggirato le restrizioni tecniche (come i file robots.txt) e archiviato contenuti giornalistici al fine di produrre risposte automatizzate, a danno della proprietà intellettuale e della qualità informativa.
Si tratta di una richiesta risarcitoria ingente – pari a circa 12,8 milioni di euro per editore – che include anche l’eliminazione dei contenuti copiati. Questo procedimento si inserisce in una tendenza crescente tra gli editori internazionali di contrasto a quello che viene definito “parassitismo digitale”, ovvero l’utilizzo di contenuti professionali da parte di sistemi AI senza riconoscimento economico né fonte.
Il contenzioso giapponese non è isolato: negli Stati Uniti, Perplexity è già oggetto di cause promosse dal Wall Street Journal e dal New York Post; in Europa, la BBC ha inviato una formale diffida per pratiche simili. A fronte di queste contestazioni, l’azienda ha annunciato il lancio del programma Comet Plus, che promette di redistribuire fino all’80% dei ricavi da abbonamenti agli editori i cui contenuti vengano utilizzati.
Nonostante il tentativo di aprire un canale negoziale, rimangono forti le preoccupazioni per l’impatto dell’IA sull’editoria. Nel solo 2024, secondo SimilarWeb, il traffico organico verso i siti di notizie è calato del 25%, mentre le ricerche che forniscono risposte dirette senza click (zero-click) sono salite al 69%. In questo contesto, il rischio è che il giornalismo venga disintermediato proprio da tecnologie che si alimentano del suo lavoro.
Il nodo centrale, oggi, è giuridico: fino a che punto è lecito per un’intelligenza artificiale utilizzare materiali protetti dal diritto d’autore per generare output informativi? Le decisioni dei tribunali – giapponesi, americani ed europei – saranno decisive per ridefinire i confini tra innovazione digitale e tutela del lavoro editoriale.
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