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LA CONFERMA DELL’ORDINE IMPARTITO DALL’INVESTITORE SU TITOLI AD ALTO RISCHIO NON SANA L’ASSENZA DELL

La Suprema Corte di Cassazione, con Sentenza n. 29001/2017 depositata presso la Cancelleria lo scorso mese di dicembre, si è occupata di uno dei casi più frequenti nel panorama finanziario italiano: la conferma dell’ordine di negoziazione di titoli, in mancanza di un’adeguata informativa da parte dell’Istituto Bancario. Le conseguenze di tale vicenda, sono state dibattute dalle corti territoriali, soprattutto in questi ultimi anni, con pronunce orientate a proteggere il comportamento dell’intermediario poiché in presenza del consenso manifestato dal cliente.


Il caso in esame è giunto davanti alla Cassazione dopo il giudizio di appello, che vedeva soccombere il cliente, il quale aveva acconsentito ad un investimento in titoli obbligazionari pari ad Euro 80.000,00. Nello specifico, la Corte ha affermato che: “gli intermediari autorizzati non possono effettuare operazioni o prestare il servizio di gestione se non dopo aver fornito all’investitore informazioni adeguate sulla natura, sui rischi e sulle implicazioni della specifica operazione o del servizio, la cui conoscenza sia necessaria per effettuare consapevoli scelte di investimento o disinvestimento”.


Alla luce di ciò, affinché l’operazione possa ritenersi valida, non è sufficiente il consenso del cliente. Infatti, ad esso devono precedere la spiegazione accurata del titolo e la rappresentazione dei motivi di inadeguatezza. Per tali ragioni, la Corte ha cassato la Sentenza, rinviando la causa alla Corte d’Appello di Roma, anche in ordine al risarcimento al cliente investitore.

In conclusione, si apre la strada ad una nuova tutela degli investitori, per quelle operazioni che siano risultate prive di informativa bancaria dettagliata, così come prevista dalla normativa vigente.

Studio Legale Maria Bruschi

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